Ri-connettersi con se stessi praticando la consapevolezza

Ognuno di noi ha una propria modalità di far fronte ad un pensiero, un’emozione, una preoccupazione o un dolore fisico. C’è chi cerca una soluzione e preferisce farlo da sol*, chi chiede aiuto o chi invece si impegna in un’attività per non pensare e non sentire.

Spesso tutto questo ha a che fare con la non comprensione di ciò che la persona sta vivendo.

Per comprendere è necessario fermarsi ad ascoltare, ascoltare implica sentire. Anche tutto ciò che siamo impegnati ad allontanare, perchè fa male, perchè è scomodo.

La comprensione favorisce la consapevolezza delle proprie scelte e delle proprie sofferenze e anche di ciò in cui ci riconosciamo e ciò che è meglio per noi stessi.

Una pratica ormai diffusa per coltivare una più piena presenza all’esperienza del momento è la pratica mindfulness che affonda le sue radici in varie tradizioni religiose e spirituali dall’Induismo al Buddhismo che in occidente hanno aperto la strada a tecniche di meditazione utilizzate anche in campo psicologico per favorire un maggior stato di benessere.

Mindfulness è una parola inglese entrata ormai nel linguaggio comune, anche se spesso utilizzata in modo non corretto come sinonimo di rilassamento.

Questa pratica non è una tecnica di rilassamento, ma una tecnica di meditazione appunto, un modo specifico di meditare il cui focus è la consapevolezza. Non è neanche un modo per svuotare la mente, ma anzi indica un particolare modo di vivere ciò di cui facciamo esperienza nella vita, ciò che proviamo e sentiamo qui e ora. Fa riferimento ad un modo di affrontare gli eventi portando attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante.

Un concetto molto semplice sul quale si basa è l’osservazione intenzionale del respiro, dei suoi tempi e del suo ritmo che oltre a favorire uno stato di calma dà modo di osservare dove si sposta la propria attenzione, quali sono i pensieri che passano per la mente permettendo così di sviluppare una maggiore consapevolezza su ciò che sentiamo e ciò che siamo.

Sono molti gli ambiti in cui è applicata, come approccio al dolore cronico riguardante malattie organiche, allo stress in generale o legato alla infertilità. Viene utilizzato nei gruppi di lavoro nelle aziende, come approccio al cibo mindful eating e in ambito sportivo.

Essere più consapevoli aiuta a comunicare più chiaramente, a non sentirsi in balia degli eventi, ma  sicuri e presenti.

“Amo pensare alla consapevolezza semplicemente come all’arte di vivere presenti a se stessi.” Jon kabat Zinn

 

 

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